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Progetto Nisida – Insegnare arte ai ragazzi del penitenziario di Nisida

by Valentina Papaccioli

All’interno dell’Istituto Penale di Nisida sono reclusi ragazzi e ragazze minorenni che hanno commesso nella vita degli errori, più o meno gravi. Dopo aver scontato le loro colpe, lo scopo della detenzione è quello di reintrodurre queste persone nella società, cercando di fornirgli gli strumenti e gli stimoli giusti per non ricadere nell’illegalità. Molte volte questo buon proposito fallisce perché i ragazzi vengono nuovamente coinvolti nel tessuto sociale “degradato” da cui provengono, ma altre volte è possibile ottenere una prospettiva di vita più onesta e pulita per alcuni di loro.

Proprio per questo, nel 2005 è nato il Progetto Nisida, per l’avviamento al lavoro dei ragazzi che abbiano terminato di scontare la pena detentiva.

Dal 1996 è direttore dell’Istituto il Dott. Gianluca Guida che, in un’intervista abbastanza recente ha affermato che

Nisida è carcere, ancor prima che isola. Nell’Istituto Penale per Minorenni si lavora molto, soprattutto sul  ‘lavoro’: l’uscita dalla devianza è innanzitutto una scelta di stile di vita e il lavoro, l’impegno quotidiano, il suo essere quindi anche occasione di reddito, è strettamente collegato allo stile di vita che si conduce. Quindi se i ragazzi, nel tempo loro necessario, acquisiscono le competenze professionali utili a condurre successivamente un’attività lavorativa in maniera continuativa, che gli offrirà entrate economiche più contenute rispetto ai guadagni che gli venivano dal crimine ma costanti e qualitativamente alte, allora la ricaduta sociale del nostro percorso educativo e di reinserimento diventa enorme. La formazione all’artigianato è parte integrante del progetto educativo perché è la restituzione di un ‘saper fare’ ai ragazzi. Si parte ovviamente da una formazione ‘base’, perché inizialmente i ragazzi devono imparare anche solo a stare in un laboratorio, sviluppare le capacità cooperative. Successivamente a questa fase, nella prosecuzione del percorso formativo, vengono quindi sviluppandosi le ‘competenze’, ed è in questa momento del percorso che avviene una sorta di naturale selezione fra i ragazzi dettata dal livello d’impegno individuale profuso, dalle personali propensioni e capacità rispetto a quella specifica attività che li porta così ad acquisire un livello sempre maggiore di conoscenze e abilità artigiane. Il percorso così condotto favorisce di fatto, una volta usciti dall’Istituto, la concreta possibilità, già ampiamente da noi verificata, di inserimento lavorativo esterno e diventa nel contempo uno strumento fondamentale per il reinserimento sociale dei ragazzi di Nisida.

Proprio per incentivare e, soprattutto, concretizzare tali attività sono state attivate dall’Istituto una serie di collaborazioni per permettere di far conoscere i prodotti al pubblico ed a potenziali clienti.

penitenziario di nisida

Le esperienze formative artigianali condotte dall’Istituto Penitenziario Minorile dii Nisida rappresentano per i suoi giovani ospiti una “opportunità” che va a colmare il “vuoto” di esperienze positive che ha caratterizzato la loro vita fino alla loro detenzione.

Le attività proposte ai ragazzi sono varie: c’è un laboratorio di pasticceria, uno di pizzeria, un laboratorio di ceramica, di arte presepiale ed uno di edilizia.

Dall’inizio di luglio io e Gianpiero, mio collega e ragazzo, ci stiamo occupando del progetto di Arte Presepiale che ci vedrà impegnati lì per circa un anno, un periodo relativamente lungo ed intenso che ci permetterà di produrre del vero e proprio materiale, cioè i presepi, ma, soprattutto, stabilire un rapporto abbastanza duraturo con i ragazzi in modo da conoscerli meglio, conoscere le loro storie e le loro ambizioni.

Ammetto che lavorare con i detenuti e forse, maggiormente, con i minorenni, non è facile. Mi rendo conto, ogni volta che condivido le ore con loro, che sono ragazzini cresciuti troppo in fretta, spesso in contesti sbagliati e senza dei punti di riferimento “sani” nelle loro famiglie. Con loro stiamo realizzando dei piccoli presepi in campana, nelle tegole, pastori moschelle, cioè molto piccoli che verranno venduti dalle associazioni che si occupano di promuovere i progetti artistici di Nisida in vari punti vendita di Napoli. Molti ragazzi sono portati manualmente ad eseguire lavoretti del genere, altri un po’ meno e tendono solo a fare baldoria e a fumare pacchetti interi di sigarette in poche ore; ma vi assicuro che a tratti sembra fuoriuscire qualcosa di buono dal loro comportamento da bulli.

progetto nisida

Mi piacerebbe tanto mostrarvi delle foto che possano trasmettere a voi che leggete quello che vi sto raccontando: mostrarvi le loro mani impugnare dei taglierini e delle seghe per lavorare il sughero, armi che nella loro vita precedente hanno usato in ben altre circostanze vi assicuro. Mi piacerebbe mostrarvi i loro occhi quando con estremo rispetto ci stringono la mano per salutarci: tanto rispetto per noi che trascorriamo qualche ora della nostra giornata con loro. Ma, purtroppo, non ci è possibile scattare foto all’interno del carcere o introdurre cellulari.

Certo quando avranno scontato la pena non è sicuro che intraprenderanno o manterranno queste “sane abitudini”, ma noi stiamo lì per crederci e per cercare di farlo credere anche a loro dandogli una speranza. La prima educazione, purtroppo, deve partire dalla famiglia e, nella maggior parte dei casi, sono famiglie sbagliate. Un giorno un ragazzo, raccontandomi del perché ha commesso determinati sbagli mi ha detto:

Sono nato nel letto sbagliato. Perché io amo mio padre e per me è un esempio. Se mio padre fosse stato un benzinaio, io ora ero benzinaio; se fosse stato un operaio, ora sarei anch’io un operaio; ma purtroppo è un delinquente ora detenuto anche lui nel carcere per adulti di Poggioreale, ed è stato questo il mio esempio.

Letteralmente, ho provato la pelle d’oca.

E’ difficile rieducare ragazzi con situazioni alle spalle come questa, ma spero che l’arte e l’armonia creata tra noi sin da subito possa lasciare, alla fine, un feedback positivo nel loro cuore.

Sono trascesa nel sentimentalismo in questo articolo; d’altronde il presepe è un oggetto ricco di sentimento e di amore e non si può fare arte senza sentimento.

Vi invito, dopo la lettura di questo articolo, a comprare oggetti prodotti dai ragazzi di Nisida.

Credetemi sulla parola che realizzano dei panettoni buonissimi, delle ceramiche super colorate e dei presepini degni di attenzione. Su internet potete trovare le varie Onlus che si occupano di Nisida e i punti vendita nei vari periodi dell’anno.

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