Secondo studi statistici sulla terza età l’Italia, insieme a Germania e Giappone, ha un numero di cittadini oltre i 60 anni più alta della media globale. Ciò significa che i confini della vecchiaia si ampliano e quindi viviamo più a lungo. Il concetto di invecchiamento è dinamico, aperto e evolutivo nonostante le modificazioni psicofisiche e le funzioni biologiche incidano.
Il processo di invecchiamento riguarda svariati fattori quali quelli biologici, fisiologici, economici, culturali , ma di estrema importanza è il fattore psicologico.
Oggi l’anziano guarda a se stesso in base alle relazioni che ha con i membri dei suoi gruppi di appartenenza.
L’anziano, spesso, si sente messo in secondo piano e si sente costretto a lasciare le redini della sua vita agli altri. Non a caso le manifestazioni psicopatologiche sono determinate da un intreccio di fattori relazionali, personali e sociali che influenzano i danni funzionali e organici.
Gli studi sistemici sulla Terza Età
Negli ultimi anni la psicologia sistemico-relazionale sta dando una particolare enfasi sull’importanza di supportare il coniuge e la famiglia delle persone affette da depressione o demenza nella terza età. Coniuge e familiari, se guidati da terapeuti, possono svolgere un importante lavoro di prevenzione attraverso la coordinazione delle risorse presenti nel contesto familiare e ambientale.
La psicoterapia familiare, inoltre, può aiutare tutti i componenti del nucleo a ristrutturare i propri rapporti secondo modalità meno conflittuali o regressive, così l’anziano può creare nuovi investimenti affettivi e emotivi che favoriscono la crescita dell’autostima e della fiducia in se stesso.
L’anziano vive un graduale disadattamento generato da una diminuzione dei suoi ruoli sociali e il suo campo affettivo si restringe alla famiglia e al coniuge. Non a caso gli anziani più isolati e meno integrati godono di una salute psicofisica peggiore e sono più inclini a manifestazioni psicopatologiche.
La dottoressa Carmela Martino, psicologa e didatta del Centro Milanese Terapia Familiare, ha attuato un modello d’intervento psicologico-clinico basato sul counseling di coppia che mira a valorizzare e ripristinare le relazioni affettive della coppia. Il lavoro prende in considerazione tre sottosistemi presenti nella coppia: sessuale, emotivo e sociale, che sono intrecciati tra loro da un rapporto di causalità circolare. Quando uno dei tre sottosistemi funziona bene o male inevitabilmente influenza il funzionamento degli altri.
L’ amore e la sessualità nella Terza Età
Nell’incontro clinico con numerose coppie di anziani si è riscontrato che a incidere sul non funzionamento della sessualità della coppia non sono i fattori neurofisiologici ma quelli contestuali. La sessualità nella terza età è vittima di pregiudizi, stereotipi e meccanismi di negazione provenienti dal contesto ambientale e sociale che spingono a rinunciare a una parte della vita di coppia vitale e fondamentale.
Con le coppia della terza età è fondamentale valorizzare il passato così da dare risalto alla loro vita e mostrare loro capacità di ascolto in modo che possano riscoprire l’ascolto reciproco, quasi sempre perso. In questo modo i coniugi anziani ritrovano fiducia nell’altro come sostegno e base sicura. Nelle sedute vengono messi in risolato i ricordi più importanti e sono sottolineati i momenti importanti del ciclo di vita quali nascite, matrimoni, morti: ciò permette di riorganizzare la loro storia così da far divenire i coniugi protagonisti attivi.
La ricostruzione della storia della coppia induce il singolo partner e la coppia stessa ad uscire dal contesto relazionale appiattito in cui sono immersi per creare e trasformare il significato del sé individuale e di coppia.