“Entrerai nelle città di carta e non tornerai più indietro“: la bella citazione dello scrittore John Green nel suo romanzo Città di Carta sembra parlare di un posto dove, appunto, la carta ha qualcosa di speciale, un’anima che riesce a trattenerci proprio lì, in quel posto vivo. Anche l’artista statunitense Will Kurtz deve aver visto in questo agglomerato di cellulosa ed inchiostro qualcosa di più profondo. Ne è dimostrazione il vasto numero di sue opere d’arte in cui le sculture da lui realizzate sono fatte proprio da carta di giornale.
Gli stessi giornali che tutti noi, chi più e chi meno, accumuliamo col tempo sulle scrivanie e negli armadi prima di convincerci del fatto che le scartoffie molto spesso sono un ricettacolo per la polvere. Ebbene, per Will non è stato lo stesso, perché lui tutti quei giornali ha deciso proprio di conservarli e di utilizzarli per creare opere sorprendenti. Kurtz usa fogli di giornale, legno, filo, gesso, garza, nastro adesivo e colla, trasformandoli nei soggetti più svariati: dalle persone che lavorano, ai cani, ai soggetti comuni. Spesso è proprio un cane, il suo migliore amico, che compare nelle sue sculture, ritratto nelle normali pose e atteggiamenti che possono avere i cani.
A New York da ottobre a novembre 2015 Will Kurtz ha tenuto la sua prima mostra dal titolo “Pardon The Interruption, Please”, in cui la conoscenza profonda della struttura anatomica e delle espressioni facciali e corporee dei personaggi realizzati, ha reso le sue opere molto realistiche.
Ogni suo pezzo è unico e non idealizzato, perché posseggono tutte le caratteristiche e i dettagli che rendono ogni soggetto come plasmato di vera vita: le posizioni, gli sguardi, le impercettibili variazioni di movimento. Le scene e i soggetti prediletti dall’artista sono ovviamente quelli di strada, i più comuni, i più naturali, impersonificazioni di una vita urbana ai margini, spesso, della società. Una realtà a volte vista grigia e cupa, ma alla quale Kurtz riesce a donare toni vivaci con i suoi colori. Un genio d’artista insomma!!! E chissà quanto può essere bello poter visitare una mostra del genere proprio nel cuore di una metropoli frenetica e variegata come New York!