L’arte di Josè Manuel Ballester risponde a una domanda provocatoria: cosa pensate ne sarebbe dei grandi capolavori della storia, se all’improvviso venissero depredati dei loro personaggi e delle figure raccontate dalle pennellate?
Al primo pensiero penso rimarrebbe il vuoto, il silenzio, con scene spoglie e sterili.
Ebbene, molto lontano da questa mia prima considerazione, Josè Manuel Ballester, artista spagnolo innamorato del senso della mancanza e della solitudine, ha estrapolato qualcosa di molto più significativo dall’annientamento dei soggetti nelle opere d’arte. Proprio a queste ultime appartiene la serie di lavori digitali “The Hidden Spaces”, ultimamente rimbalzata tra social, blog e siti internazionali.
Ma cos’hanno di così speciale questi lavori di Josè Manuel Ballester?
Dipinti straordinari si tingono di mistero e funzionano, per l’occhio, come calamite.
Resta vacante la stanza de Las Meninas di Velàsquez: sparita la famiglia reale in posa e sparito il pittore di corte; un paesaggio mesto, senza più fiori né creature mitologiche, per la povera Venere di Botticelli, con la sola conchiglia rimasta a galleggiare.
La tavola sacra de L’ultima Cena di Leonardo è disertato da Gesù e dagli Apostoli, mentre L’atelier di Vermeer resta un interno domestico borghese, senza più volti né storie da spiare. Per poi citare ancora la Guernica di Picasso, ridotto a un collage di poche forme, la Zattera della Medusa di Géricault, che ha visto annegare i suoi naufraghi, e tante altre.
Quella di Josè Manuel Ballester sarà un’intuizione geniale o solo una buona trovata?
Da sempre le grandi opere dell’arte classica ci hanno lasciato senza fiato e quasi ognuno di noi ha impresso nelle menti i protagonisti dei più celebri dipinti.
Forse abbiamo sempre sbagliato a concentrare il nostro spirito d’osservazione sulle figure, anziché focalizzarci anche su ciò che in effetti “completa” l’opera: lo sfondo, la circostanza, la cornice pittorica.
È così che, grazie a questo artista, l’inquietudine del vuoto e della desolazione lascia il posto alla profondità degli spazi da sempre sottovalutati.
Questo minuzioso e insolito lavoro digitale di alterazione dei dipinti classici, offre l’opportunità di rivalutare visivamente il rapporto tra i personaggi e l’ambiente che li circonda offrendo un nuovo punto di osservazione, più profondo e inciso. Ed ammetto che così si riescono a scrutare i dettagli che quasi sicuramente sfuggono focalizzando il nostro occhio solo sulle figure.
Provate a vedere anche voi se è cosi.