Guardia Sanframondi è un piccolo borgo medievale in provincia di Benevento dove ogni sette anni si tengono i riti di penitenza in onore della Madonna dell’Assunta, noti anche come Riti Settennali di Guardia Sanframondi. Il paese si trasforma ospitando migliaia di persone: quest’anno ci sono state più di novantamila spettatori, per quasi quattromila partecipanti al corteo.
La manifestazione risale ad oltre quattro secoli fa, quando la figura della Madonna dell’Assunta veniva portata in processione ogni volta che il paese ne sentiva il bisogno spirituale; dopo la seconda guerra mondiale fino ad oggi, ha invece avuto una cadenza settennale.
La processione è suddivisa secondo i rioni del paese, questi, sfilano interpretando i “misteri”, scene del vecchio e del nuovo testamento, episodi legati alla vita dei santi o alla storia della chiesa.
Le processioni dei rioni si alternano dal lunedì al venerdì, la domenica invece, vi è la processione generale, in cui sfilano tutti i rioni, la Madonna, i flagellanti e i battenti, ovvero uomini e donne incappucciati, vestiti con un saio bianco che si colpiscono ripetutamente il petto fino a farlo sanguinare con delle “spugne”, un pezzo di sughero la cui superficie è ricoperta da numerosi spilli.
E’ in corso un progetto che aspira all’inserimento dei Riti Settennali di Guardia Sanframondi tra i beni del Patrimonio Culturale Immateriale dell’Unesco.
Nella gallery potete sfogliare un reportage in esclusiva per I-CULT della nostra collaboratrice Michela Fabbrocino, cui segue un commento della fotoreporter
Tac-tac era il suono che si insinuava nel mio orecchio destro; sulla mia testa invece, pendeva un tablet macchinoso, dinanzi a me una fastidiosa testa grigia proseguiva nel suo reportage. Ad ogni figurante lui gli si poneva davanti e gli scattava una foto con un ipocrita cellulare, erano primi piani fugaci ma ripetitivi, ha proseguito in questo modo per tutte le 4000 persone che erano in processione, la moglie lo incoraggiava e lui insensibile di qualunque fastidio potesse arrecare a chi era lì per lavoro o per passione, si distaccava dalla fila, più o meno ordinata, per scattare l’ennesimo ritratto.
Ecco, mi chiedo, quante delle 1600 fotografie scattate rivedrà una volta giunto a casa?
L’evento dei Riti Settennali di Guardia Sanframondi è uno di quegli eventi che funziona di più se visto da uno schermo: perché?
Semplice, mettiamo centinaia di penitenti che si battono ripetutamene il petto e che tra questi ve ne siano alcuni molto giovani e altri che sono donne, che nascosto il seno non mostrano altro che una porzione di petto, mettiamo anche che alcuni di questi facciano sul serio e nel battersi continuamente si procurano delle ferite da cui fuoriesce sangue vivo pronto a schizzare in faccia agli spettatori, molto meglio osservare tutto ciò da uno schermo, piccolo, medio o grande che sia.
Impressiona molto meno e inorgoglisce di più.
Ph. Michela Fabbrocino
La processione dei riti settennali ti immerge in una sinfonia beethoveniana, un ritmo incalzante che vede il sangue che schizza, le spugne che si battono sul petto, voci che nel silenzio urlano “Vino”, come per chiamare l’oste, eh si perché tra i centinaia di penitenti, ci sono degli omini piuttosto simpatici che con grandi camici bianchi servono vino imbevendo le dolorose spugne con gli spilli, ne versano molto, senza pensare allo spreco, corrono veloci al centro delle file degli incappucciati ed è davvero irriverente seguire il loro passo rispetto al ritmo dolente che avanza.
Tac-tac la processione non incontra ancora la Madonna che la mia bacheca si infiamma, ogni post rilancia una fotografia insanguinata, si alternano solo spoiler dediti a Game of Thrones, ma almeno per quel giorno la processione ne esce vincitrice, vincitrice mediatica e sociale.
Ph. Michela Fabbrocino
