Home AuthorAngelo Capasso La Sardegna – L’isola paradiso del Mediterraneo

La Sardegna – L’isola paradiso del Mediterraneo

di Angelo Capasso

In un’epoca in cui viaggiare è diventato alla portata di tutti ed economicamente più accessibile, malgrado il tempo per farlo sia sempre più risicato, sogniamo di sfruttarlo al meglio alla ricerca di un’ideale esotico, che spesso inseguiamo in mete remote, distanti centinaia di migliaia di chilometri dallo Stivale. Molto spesso dimentichiamo che luoghi simili sono nascosti a poche miglia da casa e che l’Italia riserva ancora località incontaminate e isole paradisiache come la Sardegna.

La seconda isola più grande del Mediterraneo mi ha salvato qualche anno fa quando è riuscita in un’opera di riconciliazione che sembrava impossibile al più esperto dei mediatori: io premevo per il viaggio on the road, la mia ragazza non accettava nessuna meta che non fosse bagnata dal mare, il mio migliore amico (ai limiti della fotofobia) voleva la vacanza culturale e la sua agrodolce metà preferiva trascorrere le sue agognate fiere in maniera più “active“, tra trekking e natura. Riuscire a combinare il desiderio di stare tutti insieme con le singole necessità individuali sembrava impossibile e, infatti, prenotare online il traghetto per la Sardegna da Napoli a Cagliari fu più facile che trovare un accordo per un itinerario, ma alla fine, grazie alla sua versatilità, l’isola ci mise tutti d’accordo.

La Sardegna ha statuto di regione speciale, cuore di contrada italiana e un’identità così radicata e unica che può tranquillamente competere con quella di una nazione. Non solo i dialetti (sì perchè la sardegna è una vera e propria “isola di babele” in cui coesistono il sardu campidanesu, il sardu logudoresu, il sassaresu, il gadduresu, l’alguerès e il tabarchin) suonano come lingue a parte, ma anche la sua storia ha a lungo viaggiato autonomamente rispetto al resto d’Italia, fin dalla sua emersione nel tardo paleozoico.

Come hanno fatto Creta con i minoici e tante altre isole del Mediterraneo, la Sardegna ha dato origine a una civiltà unica, un popolo di marinai-guerrieri che decadde soltanto quando entrò nell’orbita della dominazione romana. Ma il suo spirito libero riemerse già in epoca bizantina quando si affrancò dall’Impero Romano D’Oriente per affermarsi come terra dei giudicati, una forma originale di governo che durò per i successivi seicento anni fino a quando venne istituito il Regno di Sardegna. Oggi viene più ricordata per i luculliani pasti a base di culurgiones e porcheddu accompagnanti da un calice di Cannonau, ma ha alle spalle storia e tradizioni che la rendono unica.

Quali sono i luoghi della Sardegna che ci sono rimasti più nel cuore?

Le spiagge della Sardegna

Su tutti e quattro i lati di questa meravigliosa isola c’è abbondanza di calette naturali e immense spiagge, anche se le più famose sono quelle settentrionali, risaputamente meta di vip e di yacht miliardari. Alcune località rivaleggiano con le atmosfere caraibiche ma, dovendo scegliere, mi sento di consigliare sicuramente Cala Corsara. Si trova sulla costa meridionale dell’Isola di Spargi nel meraviglioso arcipelago della Maddalena ed, essendo un’area protetta, è possibile accedervi solo su barche autorizzate. Come il nome suggerisce, la cala fu covo di pirati che a quanto pare avevano gusti decisamente più raffinati rispetto a come vengono descritti nelle storie, visto che qui è possibile immergersi in fredde acque turchesi e bianche.

Cala Corsara Sardegna

Cala Corsara

La nostra spiaggia preferita nell’inflazionata (non senza merito) Costa Smeralda è stata invece Rena Bianca. Situata vicino Santa Teresa di Gallura è raggiungile solo via mare su una barca che fa la spola tra le isole dell’Arcipelago. Il piccolo sacrificio sarà particolarmente ricompensato dall’atmosfera, soprattutto nelle giornate in cui il cielo è sereno, perché è possibile ammirare le bianche falesie corse che salutano placide dalla vicina isola francese.

Rena Bianca Sardegna

Rena Bianca

Last but not least, segnalo Cala Mariolu nel Golfo di Orosei, che deve il suo nome alla “mariola” autoctona del luogo, la foca monaca che rubava i pesci ai pescatori. Il buon palato della foca va ben oltre le sue preferenze alimentari, visto che se ne intende anche di location: qui l’acqua trasparentissima lambisce una splendida spiaggia di sassolini e rocce.

cala mariolu sardegna

Cala Mariolu

Natura e sport in Sardegna

Per chi non predilige una vacanza di relax e sole, la Sardegna può essere sicuramente considerata una meta adatta ad ogni amante delle escursioni e, in particolare, della speleologia. La Grotta Su Mannau di Fluminimaggiore, la Grotta di San Giovanni di Domusnovas, le Grotte Is Zuddas di Santadim, le Grotte Su Marmuri di Ulassai, le Grotte Ispinigoli di Dorgali sono alcune tra le più suggestive e gettonate cavità calcaree naturali che si possono visitare in terra sarda, ma su tutte mi sento di consigliare le Grotte di Nettuno che si trovano a 24 km da Alghero, in Capo Caccia. Il nome è dedicato alla nota divinità marittima, ma ben più antica è la sua origine visto che ci sono tracce di insediamenti umani risalenti al Neolitico. Sfido chiunque a non emozionarsi tra le “sale” di questa reggia di stalattiti e stalagmiti.

grotte di nettuno sardegna

Grotte di Nettuno

Se al fascino che offrono i minerali di queste gallerie e anfratti, preferite il cielo aperto, anche in questo caso la Sardìnnia offre molte opportunità, soprattutto per gli amanti del birdwatching. Noi ci siamo innamorati della riserva di San Teodoro, dove è possibile osservare pittoreschi fenicotteri rosa. Ma oltre agli uccelli che faranno battere il cuore ad ogni appassionato di Alice nel Paese Delle Meraviglie, al largo delle coste dell’isola è possibile imbattersi anche in balenotteri e in delfini.

fenicotteri sardegna

Riserva di San Teodoro

Altra possibilità per i più sportivi e avventurosi sono gli itinerari di trekking: tra i monti sardi abbondano percorsi adatti sia a professionisti che ai dilettanti. Noi, che durante l’anno siamo più sedentari di un carciofo in salamoia, ci siamo cimentati nell’area di Matzanni, in quanto aveva un basso livello di difficoltà  (ci vogliono poco più di due ore per meno di quattro chilometri in salita) e un paio di soste lungo il percorso ci hanno permesso di visitare le Tombe di Matzanni e i resti di un tempio fenicio.

Area di Matzanni

Area di Matzanni

Viaggiare on the road in Sardegna

Per chi come noi non sceglie di avere una dimora fissa, ma preferisce postarsi lungo i quattro punti cardinali con l’auto, consigliamo sicuramente di fare tappa a Bosa, coloratissimo borgo di origine fenicia nella sub-regione della Planargia. La sua storia fittissima e costellata di eventi è raccontata dalle mura delle architetture medievali, cistercensi, gotico-catalane, manieristiche, barocche e moderne, sospese tra mare e fiume. Per aggradare la vista è imperdibile una visita a Castello di Serravalle, detto anche castello Malaspina, mentre per allietare il palato merita un assaggio (e forse più di uno) la zuppa s’azzarda!

bosa sardegna

Bosa

Nel cuore della Gallura, Tempio Pausania è un’altra città che merita una tappa per ammirare i caratteristici palazzi costruiti in blocchi di granito, per assaggiare i rinomati vini provenienti dai vigneti locali, per fare un bagno nelle sue acque termali e per trovare tracce dell’affascinante civiltà nuragica.

tempio pausania sardegna

Tempio Pausania

Non posso non citare i villaggi dei minatori, molti dei quali erano stati abbandonati e solo recentemente rivalutati a livello mondiale, dopo che le Miniere di Ingurtosu sono state nominate Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco, diventando da villaggio fantasma a importante meta turistica.

Archeologia della Sardegna

Uno degli aspetti storici più attraenti di questa regione è stata la traccia della civiltà nuragica, che ha abitato l’isola tra l’età del bronzo e l’età del ferro. Questo misterioso popolo deve il suo nome attuale ai caratteristici nuraghi, monumenti megalitici tra i più grandi in europa la cui funzione è tutt’ora ignota. Ogni enigma è fonte di fascino e noi non ci siamo lasciati sfuggire l’occasione di visitare il Complesso Nuragico Di Cabu Abbas, vicino Olbia.

cabu abbas

Nuraghi di Di Cabu Abbas

Sempre in provincia di Sassari, ci siamo poi spostati per visitare la Tomba Dei Giganti Di Su Monte E S’ape, una delle testimonianze più mastodontiche della civiltà nuragica. Visto le loro dimensioni ciclopiche, non a caso le oltre duecento Tombe dei Giganti ritrovate in Sardegna hanno questo appellativo.

 Tomba Dei Giganti Di Su Monte E S'ape

Tomba Dei Giganti Di Su Monte E S’ape

Finora, l’unica teoria che regge riguardo alla funzionalità di queste vistoste tracce del megalitismo sardo è un possibile collegamento con l’astronomia. Alcuni pozzi sacri sacri, come il Pozzo nuragico di Santa Cristina di Paulilatino, sono infatti orientati in modo che il foro della volta permettaalla luna di riflettersi sul pozzo.

Pozzo nuragico di Santa Cristina di Paulilatino

Pozzo nuragico di Santa Cristina di Paulilatino

In due settimane abbiamo girato in auto dal capo di sotto al capo di sopra per poi ritornare al punto di partenza saturi di felicità (e satolli di candelaus) in quell’accogliente Golfo Degli Angeli, che affaccia sulla Sella Del Diavolo dove pare si sia combattuta una battaglia tra angeli e demoni. In effetti, fin dal momento in cui si approda in questa terra, si prova la sensazione che vi alberghi il divino. Al ritorno qualsiasi cosa sia quel senso di divino alberga nel cuore del visitatore.

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