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La Tossicodipendenza e l’organizzazione Familiare

by Elisabetta Cristofaro

La presenza della droga e della tossicodipendenza nella società non è una fenomeno esclusivo dei nostri tempi ma ogni società è, ed è stata, coinvolta direttamente o indirettamente nel fenomeno del consumo di droghe.

Il fenomeno della droga è intrecciato con la trama sociale, infatti, le stesse droghe possono essere incoraggiate o proibite in diversi Paesi e per poter affrontare una tematica così vasta e complessa, non si può non prendere in considerazione le sollecitazioni e le proibizioni legate al contesto che influenzano inevitabilmente l’evoluzione psicologica di chi fa uso di sostanza. La droga costituisce una risposta illusoria, innanzi alle frustrazioni e i bisogni che la società non è in grado di soddisfare.

Al fenomeno droga è strettamente legato quello della dipendenza patologica, che per definizione è l’impossibilità di fare a meno di uno sostanza o di un comportamento nonostante i danni fisici, psicologici, legali e relazionali.

La dipendenza da sostanze è un fenomeno che coinvolge tutti gli ambiti della vita di una persona per questo è un fenomeno che va affrontato a più livelli. Una particolare attenzione si deve dare alla dimensione familiare che gioca un ruolo importante nello sviluppo e nel mantenimento della dipendenza.

La tossicodipendenza nel sistema familiare

Da un punto di vista sistemico, la tossicodipendenza di un membro della famiglia è l’espressione di un disturbo di tipo relazionale. La dipendenza da sostanza del paziente designato funge da canale di comunicazione altrimenti difficile e bloccato che tiene unita la famiglia. Inoltre, la tossicomania può essere strettamente correlata al conflitto della coppia genitoriale, solitamente caratterizzato da un padre periferico e distante e una madre eccessivamente protettiva e presente, che cristallizzano i propri conflitti intorno al problema del figlio.

La dipendenza fa in modo che l’intero sistema familiare resti fermo: il figlio, definito come indifeso e incompetente, non si incammina verso la normale individuazione, i genitori, in una costante situazione di allerta, sono bloccati ad una certa fase del ciclo vitale e paradossalmente protetti dall’ansia di un ulteriore evoluzione. Il membro tossicodipendente è stigmatizzato coma “pecora nera” della famiglia e diviene il capro espiatorio dei problemi degli altri componenti della famiglia.

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L’ottica sistemica ha messo in luce come nella tossicodipendenza specifici fattori relazionali sono trasmessi di generazione in generazione.

La tossicodipendenza per la teoria trans-generazionale

Secondo la teoria trans-generazionale, esclusiva dell’ottica sistemica, per lo sviluppo della tossicodipendenza hanno particolare rilievo relazioni insoddisfacenti, che ciascun genitore ha avuto con la propria famiglia di origine nell’infanzia e nell’adolescenza. I genitori del tossicomane trasmettono inter-generazionalmente, cioè ai propri figli, una carenza affettiva e relazionale che ha avuto origine nel rapporto con i propri genitori.

La teoria transgenerazionale individua 3 tipologia di famiglie del tossicodipendente:

  • l’accudimento è stato impeccabile sul piano pratico e formale ma carente sul piano affettivo, quindi la droga in questo caso assume una funzione antidepressiva.
  • i genitori ripropongono le esperienza traumatiche vissute nella famiglia di origine e strumentalizzano i figli nella relazione di coppia disfunzionale. Questa organizzazione familiare fa sì che la droga sia un contenitore della confusione.
  • da una generazione all’altra viene trasmesso il mito dell’abbandono e in tal modo l’affettività e le relazioni assumono sfumature abbandoniche. La droga, in tale cultura familiare, serve ad evacuare la forte carica aggressiva e la rabbia.

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