Il difficile periodo per la cultura purtroppo sta continuando. Ma come possono i lavoratori del settore delle arti teatrali trovare un po’ di sollievo? Una soluzione ce la propone Teatro Delivery, che porta gli spettacoli direttamente nei cortili di casa nostra.
Dopo essere stati chiusi per molti mesi, i teatri non potranno aprire le loro porte ancora per chissà quanto tempo. Ma le attrici milanesi Marica Mastromarino e Roberta Paolini non ci stanno. Per nessuna ragione al mondo la cultura può fermarsi: non può essere dimenticata e accantonata, ha bisogno di sopravvivere.
Con questo progetto, diciamo a gran voce che la cultura è indispensabile tanto quanto il cibo.
Se infatti esistono i servizi di consegna a domicilio per ristoranti, bar, supermercati e tutti gli altri beni essenziali, perché il teatro non può beneficiarne? Così, lo scorso dicembre si sono prese a cuore la questione, dando vita al progetto Teatro Delivery.
Scopriamo di cosa si tratta.
Il Teatro Delivery fa rivivere le nostre emozioni
Anche se le due attrici si spostano per Milano in sella alle loro biciclette come dei veri e propri rider, la loro non è una semplice consegna a domicilio.
Il bello di assistere ad uno spettacolo a teatro – così come ad un concerto – è che emozioni di qualsiasi tipo possono prendere vita. L’insieme di musica, scenografia, costumi e dialoghi contribuisce a rendere il tutto molto più intenso. Per non parlare del momento in cui scattano gli applausi: lì sì che possiamo essere protagonisti anche noi, dando libero sfogo alla nostra parte più intima e manifestando ciò che i nostri sensi hanno appena catturato.
L’intento di Teatro Delivery è proprio questo: portare la cultura sotto casa per lasciare che la nostra sfera emozionale si liberi dopo una giornata in cui è rimasta un po’ sopita. Possiamo essere partecipi insieme ai protagonisti delle opere, ridere con loro, immedesimarci ma soprattutto arricchire la nostra conoscenza.
Un menù da cui scegliere
Consultando il Menù Teatro Delivery si possono scegliere diverse tipologie di opere, tratte soprattutto dai vecchi spettacoli teatrali di Marica e Roberta. Le due attrici si sono premurate di riadattare alcuni grandi classici del passato, come La Locandiera di Carlo Goldoni o alcuni passi dell’Inferno di Dante Alighieri, protagonista assoluto di questo 2021, per renderli più appetibili e coinvolgenti. La loro volontà è di mettersi a completa disposizione degli spettatori: contattandole telefonicamente, all’indirizzo e-mail o sui canali social, infatti, è possibile proporre un testo di un libro o una poesia che ci è piaciuto in modo particolare e loro lo reciteranno secondo il loro stile. Facendo parte delle USCA, ovvero le Unità Speciali di Continuità Artistica create dall’attore leccese Ippolito Chiarello, sono delle attrici professioniste, specializzate nel teatro di prosa, in performance creative e volte alla comicità. Sono bravissime a far divertire anche i bambini e per coinvolgere anche loro propongono composizioni di Gianni Rodari.
Una volta scelto lo spettacolo a cui si vuole assistere, si prende l’appuntamento e Marica e Roberta arrivano nei nostri cortili con la loro contagiosa allegria. Anche se gli spettacoli non prevedono tutto l’allestimento scenico di una vera pièce teatrale, a volte basta solo un copione e tanto spirito creativo per portare una ventata di spensieratezza.
Il Teatro Delivery pre-Covid: il Barbonaggio Teatrale di Ippolito Chiarello
L’idea di portare il teatro nelle strade però non è una completa novità. Una decina di anni fa circa, il già citato Ippolito Chiarello, attore di Lecce, fondò il Barbonaggio Teatrale per dare un aspetto più aulico al mestiere del teatrante. L’attore non è solo colui che impara un copione a memoria e lo interpreta davanti al pubblico,ma è un portatore di cultura allo stato puro. E Chiarello voleva dare una dignità a quel lavoro che – secondo lui – in Italia non è nemmeno considerato tale.
È un tentativo di aprire un varco nel sistema teatrale italiano e cercare nuove strade, per diffondere la cultura teatrale e per distribuire gli spettacoli.
È un modo per fare pubblicità al teatro
Ridare dignità a un mestiere che in Italia molte volte è considerato un vezzo.
Abituare le persone a dare un valore alla poesia, alle parole, alla scrittura, a sentirne veramente la necessità, il bisogno.
E’ un atto simbolico di protesta.
È un bellissimo modo di raccontare storie e si può fare sempre, anche e soprattutto direi, nei periodi di crisi
Un atto d’amore verso il pubblico.
Creare una relazione sentimentale con il pubblico.
Il Barbonaggio Teatrale nelle piazze ha avuto molto successo e nel 2016 è approdato anche all’estero, ricevendo il sostegno di artisti anche del mondo della musica. Ma quando nel 2020 la situazione precipita, Chiarello decide di creare altre Unità Speciali di Continuità Artistica per far sì che la cultura del teatro non venga completamente abbandonata a se stessa. Marica Mastromarino e Roberta Paolini si sono unite alla sua volontà, sposando la sua causa.
Se ci pensiamo bene, come la storia ci insegna, già nel Cinquecento il luogo in cui si svolgevano le rappresentazioni teatrali era la piazza. Passò infatti dall’essere un’attività destinata solo agli ambienti della chiesa all’andare incontro alle esigenze del popolo, diventando alla portata di tutti. Nelle piazze e in giro per le strade giullari, cantastorie, acrobati, giocolieri o musici erano i protagonisti indiscussi. La loro caratteristica predominante? Essere dei vagabondi che portano la loro arte da un luogo all’altro. Proprio come succede nella Commedia dell’arte, ovvero l’embrione delle nostre feste di Carnevale.
Il Barbonaggio Teatrale come fonte di ispirazione
Da quando l’idea di Ippolito Chiarello ha iniziato a funzionare, è stata uno spunto importante per molti altri artisti in tutta Italia.
- Carlo Ottolini, che nel 2004 è stato nominato come migliore attore del teatro per ragazzi, da dicembre 2020 porta le sue “Storie a domiciclo” nei cortili di Milano.
- Michela Cesaretti Salvi, invece, gira per Roma con il suo inseparabile motorino.
- Carlo Dalla Costa fonda il “Teatro a domicilio umbro” e porta un po’ di cultura nella sua regione natale.
- Le Officine Gorilla di Alessandria si sono unite al Teatro della Juta e all’associazione culturale Commedia Community di Arquata Scrivia per dare vita al progetto “TheLiveRy”. La funzione del teatro è di essere fortemente legato alla collettività e per farsi apprezzare deve essere “consegnato” nelle case delle persone. Che chicca giocare sull’assonanza tra il nome del progetto e la parola delivery, non trovate?
- Il Collettivo LunAzione di Napoli si interroga sul perché durante la pandemia il teatro non sia stato considerato come un bene essenziale e arriva nelle case con lo spettacolo dal titolo “Consegne // una performance da coprifuoco”. Ma porta un qualcosa in più. Lo spettatore che ha prenotato la performance può seguire il percorso del suo fattorino – interpretato da Cecilia Lupoli – tramite Zoom, dal momento in cui parte fino a quando bussa alla sua porta. Il tutto, per creare una relazione più intima e confidenziale tra l’attore/rider e il destinatario del pacco.
Noi di Cult non vediamo l’ora di tornare ad arricchire di nuovo la nostra sezione teatrale del blog con tanti suggerimenti da consigliarvi. Ma nel frattempo, approfittiamo per goderci una delle rappresentazioni di Teatro Delivery e delle tante altre compagnie che stanno aderendo a questo progetto unico.